Luce e conservazione: definizione
e applicazione di procedure per l’analisi cromatica
/2009/
R. Finotti
Nessun oggetto è immune dai danni provocati dalla luce naturale ed artificiale, nemmeno in condizioni di conservazione ottimali e questo lavoro ha avuto come obiettivo quello di dimostrare attraverso misurazioni accurate come l’esposizione delle opere cartacee negli ambienti museali implichi un’accelerazione notevole del degrado dei materiali (soprattutto i pigmenti utilizzati per la pittura o la stampa) già nell’arco di pochi mesi.
Il caso studio preso in
considerazione è il manifesto del film “Gilda”, stampato nel 1947 ed
attualmente esposto nella Galleria dei Manifesti del Museo Nazionale del Cinema
di Torino; appeso ad un paio di metri di altezza, è protetto da una pesante
cornice ed è colpito costantemente dalla luce diretta dei faretti direzionali.
Il lavoro, le cui tappe sono
state rispettivamente l’analisi dei materiali , l’analisi visiva, la
misurazione vera e propria effettuata applicando apposite maschere di
puntamento su macroaree prescelte e il confronto con i dati raccolti due anni
prima, ha mostrato come il manifesto si stia degradando con una discreta
velocità. Soprattutto i colori chiari come il beige ed il bianco stanno subendo
un processo di fading e viraggio; sul supporto stesso del manifesto in polpa di
cellulosa e poliestere sono inoltre state riscontrate dilatazioni e contrazioni
che rappresentano la conseguenza di condizioni microambientali poco favorevoli.
//tesi di laurea sperimentale elaborata in collaborazione con rel. prof.ssa Chiara
Aghemo e correl. Gabriele Piccablotto//