archeologia (III)

Archeologia subacquea. Proposta di un modello per la musealizzazione di un sito archeologico sommerso
/2010-2012/
R. Finotti


Questo lavoro è stato concepito come occasione di approfondimento e prosecuzione del Progetto TETI – Integrated Technologies for the Sustainable Management of the Underwater Cultural Heritage, sviluppato nell’ambito dell’Alta Scuola Politecnica.

Alla descrizione dei risultati ottenuti dal Progetto TETI è dedicata la parte introduttiva ; ad essa seguono altre tre sezioni finalizzate ad inquadrare da un punto di vista storico, teorico e metodologico l’archeologia subacquea, ad analizzare l’apparato legislativo di riferimento, in particolare la Convenzione UNESCO sulla Protezione del Patrimonio Culturale Sommerso, e ad esporre il progetto elaborato per la musealizzazione del sito archeologico sommerso di Capo Graziano a Filicudi, che è stato assunto come caso studio.

Dopo aver analizzato i pro ed i contro delle soluzioni museali che vengono attualmente messe in campo nell’ambito del patrimonio culturale sommerso e che sono state suddivise in tre categorie identificate come “museo tradizionale”, “museo sott’acqua” e “museo subacqueo”, sono stati delineati i requisiti che avrebbero caratterizzato il nuovo modello di museo. In particolare i quattro obiettivi principali sono stati individuati nell’incremento dell’accessibilità al sito sommerso, nel rispetto del contesto archeologico,  nell’eco-compatibilità dell’operazione ed infine nella sostenibilità economica del progetto.

L’aspetto peculiare del modello museale proposto risiede nel “sistema di doppia fruizione”, il quale è articolato a sua volta in un sistema di fruizione diretta (o in situ) e in uno di fruizione indiretta (o all’interno di una struttura museale tradizionale).

La fruizione diretta è garantita da due percorsi di visita alternativi ma di durata ed estensione analoghe, da un apparato informativo che comprende l’installazione di info box e cartellini esplicativi galleggianti (leggibili anche dai non vedenti) ed infine da un sistema di segnalazione dei percorsi. Questi ultimi sono marcati da una serie di fibre ottiche dispersive illuminate da LED che hanno il duplice obiettivo di incrementare la sicurezza dei visitatori e di conferire al sito un valore estetico aggiunto.

La sicurezza del visitatore è ulteriormente garantita dall’installazione di due filari di idrofoni, grazie ai quali il sub può essere allertato tramite un apposito segnale acustico nel caso in cui si allontani accidentalmente dal percorso consentito. Questi dispositivi sono poi impiegati anche per monitorare il sito, dal momento che permettono di rilevare la presenza di un sub non autorizzato, attivando così tempestivamente le forze dell’ordine.

L’alimentazione dei dispositivi elettronici è garantita dall’installazione di una “piattaforma solare”, sulla quale è previsto l’inserimento di pannelli fotovoltaici diversamente orientati e di un vano tecnico opportunamente isolato.

La fruizione indiretta del sito avviene prevalentemente all’interno delle sezioni dedicate all’archeologia sottomarina del Museo Archeologico Regionale Eoliano “L. Bernabò Brea” nelle due sedi di Lipari e di Filicudi; qui, oltre ad alcuni reperti riportati in superficie, si prevede di esporre due modellini tridimensionali del sito archeologico sommerso e del suo contesto, che sono stati fisicamente realizzati proprio nell’ambito del Progetto TETI. Nel sistema di fruizione indiretta rientra anche la “visita online”, ovvero un meccanismo di fruizione “a distanza” che permetterà davvero a tutti di accedere virtualmente alle ricchezze del sito, servendosi di mezzi informatici oggi molto comuni (e praticamente a costo zero) come YouTube e Facebook.

Il museo subacqueo così proposto soddisfa appieno i requisiti posti nella fase iniziale del progetto: esso è accessibile a tutti anche se in forme diverse grazie al sistema di doppia fruizione, è caratterizzato da un allestimento perfettamente reversibile, è eco-compatibile grazie all’impiego dell’energia rinnovabile, prevede costi di investimento e manutenzione abbastanza contenuti, è rispettoso dei principi dettati dalla Convenzione UNESCO e costituisce un modello applicabile a qualsiasi sito archeologico subacqueo indipendentemente dalla sua estensione e dal tipo di reperti.










//tesi di laurea elaborata in collaborazione con rel. prof.ssa Chiara Aghemo e correll. prof. Pier Federico Caliari, prof. Marco Parvis, prof. Marco Vaudetti//

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