/2010-2011/
componenti del team:
TEAM A "Enjoying the present" - D. Agostoni, R. Finotti, M. Ravasi, E. Redaelli, S. F. Rizvi
TEAM B "Saving the past" - C. Bionaz, A. Sala, M. Speziali, N. Shoaib
Il progetto ha avuto due
obiettivi: la fruizione del patrimonio sottomarino e la sua conservazione. Come caso studio è stato scelto l'Itinerario Archeologico Subacqueo di
Capo Graziano a Filicudi e di fatto si è voluto sviluppare un modello di protezione e di musealizzazione applicabile a qualsiasi sito subacqueo.
A
partire dalla Convenzione UNESCO del 2001 sulla Protezione del Patrimonio
Culturale Sommerso, che ha dichiarato l’importanza di una fruizione del
patrimonio subacqueo determinata dal rispetto dell'ambiente e dalla sicurezza
dei siti e delle persone, i due team hanno ideato un modello integrato applicabile
a qualsiasi sito sottomarino.
Il
primo team si è focalizzato sulla musealizzazione del sito e dei suoi
reperti, con l’intento non solo di favorire le visite dirette ma di
garantire, anche a coloro che non hanno la possibilità di immergersi, la possibilità di "accedere" al sito. L’utilizzo di tecnologie integrate è risultato l’approccio
più idoneo per guidare i sub durante il percorso del Museo alla scoperta di numerosi
relitti risalenti a epoche diverse. L’aspetto didattico del museo è stato garantito
da info box posizionati in corrispondenza di ognuna delle tappe di visita e
dotati di pannelli esplicativi e di cartellini galleggianti che hanno lo scopo
di segnalare i reperti di maggiore interesse. Per quel che concerne la
sicurezza dei visitatori subacquei, sono state vagliate tutte le possibilità
tecniche e si è optato per un sistema di idrofoni che segnalano i due percorsi di
visita previsti e che, coerentemente con i principi dell’eco-sostenibilità e
del minimo intervento, hanno un impatto praticamente nullo sull’ambiente e sul
contesto archeologico. Questi dispositivi, in
particolare, sono in grado di inviare un apposito segnale acustico che permette
al visitatore di capire se è fuori rotta. Il tracciato del percorso è inoltre
segnalato da fibre ottiche dispersive che conferiscono al sito un valore
estetico aggiunto ed incrementano il livello di sicurezza della visita.
Sull’isola di Filicudi, una sala del Museo Eoliano potrebbe essere interamente
dedicata al sito archeologico: a disposizione dei visitatori verrebbero messi,
oltre a raccolte di fotografie e video realizzati sott’acqua, due modelli
tridimensionali, appositamente realizzati, che riproducono la morfologia del
sito e indicano la disposizione dei reperti.
Il
secondo team si è posto il problema della conservazione del sito archeologico. Per
quanto riguarda i singoli reperti, è stata posta particolare attenzione agli
oggetti metallici, attaccati in modo importante dalla salinità marina.
Confrontando possibili diverse tecnologie per proteggere gli oggetti in ferro,
il team ha individuato come la più adatta la tecnica che utilizza alluminio o
magnesio anodizzato sulla superficie degli oggetti. Questa soluzione presenta
il vantaggio di essere durevole nel tempo, semplice da applicare e non dannosa
per l’ambiente circostante. Non meno importante, è stato messo in luce il tema
della sorveglianza del sito e della salvaguardia dei reperti da tentativi di
furto e danneggiamento: utilizzando ancora una volta la tecnologia degli
idrofoni, è possibile rilevare la presenza di persone non autorizzate nel sito grazie
all’emissione di un allarme anti-intrusione.
Il museo subacqueo, infine,
è completamente sostenibile dal punto di vista energetico. Esso è dotato,
infatti, di pannelli fotovoltaici e di sistemi di sfruttamento del moto ondoso in
grado di stoccare energia elettrica; il tutto in un “corpo” flottante che
richiede il minimo della manutenzione.
(tratto dal comunicato stampa dell'Alta Scuola Politecnica "Musei sottomarini: oggi fruibili, sicuri e sostenibili! - TETI, un progetto multidisciplinare dell'Alta Scuola Politecnica")
//progetto elaborato nell'ambito del VI Ciclo dell'Alta Scuola Politecnica sotto la supervisione della prof.ssa Emma Angelini, del prof. Alessandro Ferrero, della prof.ssa Sabrina Grassini e del prof. Marco Parvis//